CONCETTO DI ESPERIENZA
Il pensiero filosofico e pedagogico di J. Dewey si basa su una concezione di esperienza, come rapporto tra uomo ed ambiente, dove l’uomo non è uno spettatore involontario ma interagisce con ciò che lo circonda. Il pensiero dell’individuo nasce dall’esperienza, quest’ultima come esperienza sociale.
L’educazione deve aprire la via a nuove esperienze ed al potenziamento di tutte le opportunità per uno sviluppo ulteriore. L’individuo è costante con il suo ambiente, reagisce ed agisce su di esso, l’esperienza educativa deve quindi partire dalla quotidianità nella quale il soggetto vive.
L’esperienza è realmente educativa nel momento in cui produce la espansione e l’arricchimento dell’individuo, conducendolo verso il perfezionamento di se e dell’ambiente, un ambiente in cui vengono accettate le pluralità di opinioni di diversi gruppi in contrasto tra loro, favorisce lo sviluppo progressivo delle caratteristiche dell’individuo. 

IL SOGGETTO NEL MONDO CON GLI ALTRI
Da un punto di vista fenomenologico ogni individuo in quanto soggetto vivente ha nell’intenzionalità della coscienza, nella sua capacità di investire di senso il mondo naturale e sociale, la sua caratteristica essenziale, il significato attivo che il soggetto attribuisce agli oggetti, non solo una registrazione passiva.
P. Bertolini

INTERPRETARE LE EMOZIONI
La fenomenologia ha indicato nella intenzionalità, nella trascendenza, la struttura portante del modo di essere del corpo vivente nel mondo delle cose e delle persone; e ha rimesso in radicale evidenza la possibilità di una diversa decifrazione del senso del corpo: senso che non può essere afferrato se non nell’intreccio chiasmatico nel quale corpo e mondo si collegano, si distaccano e si ricompongono in una spirale di infiniti rimandi.
Le emozioni si stratificano e si manifestano nei modi di essere del corpo: la depressione e l’angoscia stravolgono i linguaggi del corpo che sono divorati dal silenzio e dall’oscurità, o dal timore e dal tremore che dilagano negli sguardi e nella voce: è possibile percepire, e riconoscere, la propria voce ma non sentirla come appartenente al proprio corpo: venendo meno la componente forse essenziale e decisiva della propria identità.
Fonte: brano tratto da Le emozioni ferite di E. Borgna

RELAZIONE COME ATTO EDUCATIVO, PROPOSTA TEORETICA DELLA PEDAGOGIA FENOMENOLOGICA
Non si può non tenere conto del continuo fluire di eventi rendendo la realtà un perenne cambiamento. Tutto cambia sempre in un nuovo divenire e comprendere la giusta armonia per collocarsi come soggetto significante in una naturale relazione col mondo non è sempre facile, anzi, riflettendo sul fenomeno che condiziona l’esistenza dell’uomo ci si scontra in saperi sempre più complessi, educare al riconoscimento di sé, dei propri limiti e risorse, come il fluire di un fiume che scorre, non sempre in un percorso lineare, ma trova nella realtà della natura sempre il suo fluire in costante cambiamento e rinnovamento. Non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua, ma la sensazione della prima volta è molto significativa, c’è sempre un relazionarsi col senso che si dà agli eventi. Relazione come atto educativo, cosi intendo definire una dimensione soggettiva di un profondo significato, con la quale un individuo esperisce una autonomia che lo rende libero di esprimere se stesso nel mondo con gli altri, l’essere in relazione. L’individuo protagonista e artefice del suo contributo soggettivo in una continua interazione con l’ambiente circostante, dove trova spunti per una conoscenza formativa-educativa da poter fruire per un’esistenza coerente. Credo che la relazione possa essere un processo di sviluppo interiore per riscoprire se stessi e riconoscere i propri vissuti, fruibili sul piano della prevenzione quanto quello riabilitativo o terapeutico, per una visione del mondo più dinamica con capacità di reazione al sentirsi non adatti alla realtà, con la possibilità di elaborazione e organizzazione del pensiero con maturazione cognitiva per scardinare quei blocchi che impediscono o limitano una consapevolezza del proprio stato esistenziale, per poter trascendere dal dato oggettivo in cui la soggettività si relaziona… 
Domenico Perrupato